lunedì 28 dicembre 2009

Ginevra 1933, Svizzera - Italia: doppietta di Angelo Schiavio




[GINEVRA (Parc des Sports) Domenica 2 aprile 1933, ore 15]

Svizzera-Italia 0-3 (0-1)

SVIZZERA: Séchehaye, Minelli, Weiler I° (cap.), Gilardoni, Baumgartner, Rauch, Von Känel, Passello, Poretti A., Abegglen II°, Jaeck

- Commissione tecnica della Federazione.

ITALIA: Combi (Juventus), Rosetta V. (Juventus), Caligaris (Juventus) (cap.), Pizziolo (Fiorentina), Monti L. (Juventus), Bertolini (Juventus), Costantino (Roma), Meazza (Ambr.-Inter), Schiavio (Bologna), Ferrari Giovanni (Juventus), Orsi (Juventus)

- Commissario unico: V. Pozzo.

Arbitro: Baert (Belgio).

[Reti: 35' e 60' Schiavio, 75' Meazza.]

Nel video in alto la netta affermazione dell'Italia sulla Svizzera in quel di Ginevra, partita valida per l'assegnazione della Coppa Internazionale (una bellissima coppa in cristallo di Boemia), trofeo ideato dal grade Hugo Meisl, leggendario allenatore del "Wunderteam" austriaco, conosciuto anche come Coppa Antonín Švehla e nell'ultima edizione anche Coppa Dr. Gerö. Di fatto fu la prima competizione per squadre nazionali di calcio regolarmente disputata in Europa continentale. La Coppa Internazionale metteva di fronte le compagini nazionali dell'Europa centrale costituendo un importante precursore del Campionato europeo per nazioni. Se ne disputarono sei edizioni, dal 1927 al 1960, con due vittorie per gli azzurri: nell'edizione 1927-1930 e in quella del 1933-1935. Sempre nel video, inoltre, la bella azione italiana che porta al primo gol realizzato da Angiolino Schiavio, quel giorno in grande forma.

Come hanno vinto gli azzurri

Di Pier Luigi Tagiuri

Da "Il Littoriale" del 3 aprile 1933

Già un'ora e mezza prima dell'inizio soltanto le tribune numerate sono semi vuote, il resto del campo, posti in piedi e posti a sedere, è tutto gremito di folla. Bandierine multicolori -- i vessilli italiani e svizzeri predominano -- sovrastano le tribune su tutti e quattro i lati del campo; in un angolo un palo tenuto da fili di ferro -- ricorda l'albero maestro di un veliero -- porta tre grandi bandiere, l'italiana, svizzera e belga, in omaggio all'arbitro Baert. Si gioca una partita di apertura fra due giovani squadre di cadetti e si vede subito come il vento assai forte ostacoli il controllo del pallone e la precisione dei pasaggi. La radio alterna allegre musichette con annunci pubblicitari. Intanto il pubblico va aumentando con sì costante progressiva intensità che, pur mancando ancora un'ora circa al più atteso incontro, già si verificano, nonostante il senso di disciplina innato in questo popolo, alcuni tentativi di sconfinamento nel recinto dei numerati: e gli addetti al controllo sudano le tradizionali sette camicie a ricondurre le cose alla norrmalità. La folla folta sul terrapieno ha ondeggiamenti ora paurosi ora comici: alcuni audaci, con grave rischio per la loro incolumità, si sono arrampicati e stanno appollaiati nelle posizioni più inverosimili, sui tabelloni reclame che circondano gi spalti, tanto che l'alto parlante annuncia che la Federazione Svizzera declina ogni responsabilità su eventuali incidenti. Circola un programma che dà notizia della squadra italiana, alcuni utili altre amene. Dice, ad esempio, tra l'altro, che Pizziolo è allievo di Petrone, e che Costantino è stato allevato nell'America del Sud... Le ultime battute dell'incontro preliminare passano fra il disinteresse generale. Le tribune intanto si sono anch'esse riempite. I cadetti, finita la partita, fanno ala d'onore ai nazionali che escono dal sottopassaggio: ventiquattro obiettivi -- tanti sono i fotografi sul campo -- scattano, e scattano gli spettatori in un applauso agli azzurri che salutano romanamente; poi, poco dopo, ai crociati. Il fondo del campo è duro, elastico ed erboso, in una parola ottimo. Tiri di assaggio, preliminari. I capitani Caligaris e Weiler, con l'arbitro, procedono alla scelta del campo. Vince la Svizzera. L'Italia gioca col vento contrario e batte la palla. Sono le 15. Gli azzurri giocano nella formazione preannunciata. La Svizzera, che ha scambiato i ruoli fra i mediani laterali, è risultata così composta: Séchehaye, Minelli, Weiler I° (cap.), Gilardoni, Baumgartner, Rauch, Von Känel, Passello, Poretti A., Abegglen II°, Jaeck

Le prime battute

Al primo assaggio italiano fa riscontro una veloce discesa di Von Känel, che Caligaris ostacola. Orsi manda poi in fallo un passaggio di Schiavio, e Caligaris soffia ancora a Xam, che sta per tirare, una palla poco promettente. Lanciato in profondità da una serie Meazza-Ferrari, Orsi centra: Schiavio da due passi tira al volo: la palla è deviata in angolo. Batte Orsi, Meazza riprende ed il portiere elvetico salva ancora in corner. Nulla di fatto sul tiro di Costantino. Un buon passaggio di Passello non è raccolto da Von Känel. Poi all'8' dopo altre alternative, Sechehaye è chiamato a parare un tiro di Schiavio il quale è ostacolato da Weller. Passello è ancora il più attivo, ma i più pericolosi Poretti e Abegglen sono strettamente sorvegliati. Tenta Jaeck, al 10', un tiro forte che va alle nuvole; indi Monti si sveglia e lancia Schiavio. Conclude Orsi con un tiro che Séchehaye para con abilità. Siamo al 14'. Schiavio su azione in linea, poi Costantino, mancano buone occasioni; al 17' una discesa in linea dal centro a destra è conclusa da Costantino; ma non frutta, per l'abilità del portiere svizzero, che un terzo calcio d'angolo. Questa volta è Rauch che sbroglia la situazione.

La morsa si serra

Un fallo di Bertolini su Passello frutta alla Svizzera una punizione. La battte Minelli, e Pizziolo salva intercettando il tiro di Jaeck. Al 20' una trama Costantino-Schiavio-Orsi si conclude con un tiro dell'ala sinistra: ma Gilardoni salva col viso il quasi sicuro goal.. La meteora Passello si è spenta: è Abegglen che sostiene quasi tutto il peso dell'offensiva. La pressione azzurra si fa più intensa e Schiavio, dopo reiterati tentativi, spedisce a lato, al 24' un pallone d'oro fornitogli da Orsi. Minelli si prodiga in difesa e le punizioni cominciano a fioccare: al 29', per fallo di Minelli su Orsi, sulla punizione di Caligaris, Meazza serve a meraviglia Schiavio il quale, con tiro potente e preciso, il migliore fino a questo momento, sfiora l'asta superiore. Risponde Von Känel che costringe Combi alla prima parata, resa difficile da una casuale deviazione al tiro.

Il primo punto di Schiavio

Schiavio si va facendo sempre più pericoloso, e al 32', su passaggio di Ferrari a Meazza, punta sul gol: Séchehaye audacemente esce e salva. Tre minuti dopo, su un preciso rifornimento di Monti, Orsi si lavora un pallone perfetto, poi, vistosi venire incontro Minelli, lo passa a Ferrari. Da Ferrari la palla giunge al centro e Schiavio, già in azione, saetta in rete. L'incantesimo è rotto. Ferrari, subito dopo, costringe Séchehaye ad una difficilissima parata in "corner". Sul tiro l'arbitro fischia una carica del nostro centro attacco al portiere svizzero. Altri due salvataggi in corner al 40' ed al 41' vengono sventati. Il secondo tiro è respinto da Rauch con le mani; ma l'arbitro non rileva. Al 42' Meazza su punizione tirata da Orsi per fallo di mano di Gilardoni, alza a campanile un pallone giratogli di testa da Ferrari; e, un minuto dopo, altro calcio d'angolo contro la Svizzera, il settimo, tirato da Orsi, che Séchehaye respinge di pugno. Meazza riprende al volo; ma il portiere svizzero, benché coperto, riesce a parare ancora. Il fischio del riposo trova gli azzurri ancora all'attacco.

La trionfale ripresa

Nell'intervallo la radio comunica alcune impressioni e critiche al selezionatore svizzero; ed il pubblico non commenta troppo benevolmente, osservando non essere quello il mezzo migliore per incoraggiare la propria squadra. Ciò nonostante quando riprende il giuoco è la Svizzera che fa i primi assaggi per altro poco pericolosi. Ma al terzo minuto Orsi si libera astutamente di Gilardoni prima e poi di Minelli e traversa a Costantino. Questi, senza indugio, stringe e spara in porta; ma, prima ancora che Séchehaye tenti la parata, Schiavio interviene in corsa e devia verso l'angolo opposto della rete. Due a zero: gli svizzeri sono interdetti ed incassano in quattro o cinque minuti altri due calci d'angolo che Séchehaye para brillantemente; uno su ripresa di testa di Ferrari, e l'altro bloccando di prima la centrata di Orsi. Poco dopo Schiavio manda fuori di pochissimo al volo una palla fornitagli da Monti, e, dieci minuti dopo, ecco due facili parate di Combi su tiri di Von Kanel e di Poretti. Séchehaye è ancora seriamente impegnato da Meazza. Altro corner infruttuoso al 12' contro i rossi. Questi tentano l'offensiva, Caligaris manda in corner un pallone di Poretti: sul tiro di Jaeck nuovo calcio d'angolo che Combi respinge di pugno. Il terzo goal è mancato di pochissimo da Costantino, poi un altro da Orsi, dopo bellissima azione di Pizziolo. Al 15', su rimando di Weiler, Baumgartner lancia Von Kanel: passaggio a Passello e parata di Combi.

Accademia e terzo goal di Meazza

Ma lo sprazzo crociato è finito. Gli azzurri riprendono in pieno il dominio: lavorano di cesello, fanno accademia senza preoccuparsi del numero dei goals. Una così ordinata ed armonica pressione dovrà dare necessariamente altri frutti prima o poi; e Séchehaye non ha tregua. al 30', finalmente, su passaggio di Monti a Ferrari, e allungo di questi a destra, Meazza ha uno scatto dei suoi e segna. Ormai si scherza. combi si diverte a parare da fermo i due palloni che giungono fino a lui come per dire agli svizzeri che non c'è nulla più da fare... Al 36', su centrata di Orsi, Schiavio, a due metri dalla rete finta, si accomoda il pallone, prende la mira... per poi tirare contro il palo: ridono gli italiani in tribuna. Pensate che cosa avrebbero fatto se quello avesse dovuto essere il punto della vittoria? Ma possono ridere. Solo al 41', mentre Meazza è uscito momentaneamente dal campo per uno scontro con Jaeck, l'attacco svizzero si fa sotto la porta azzurra. Abegglen passa a Poretti il quale tira questa volta forte e preciso. Goal? No. La seconda vera parata di Combi, forse la più bella di tutte, è stata fatta su questo tiro. Rientra Meazza e riprende la pressione azzurra. Nuovo miracolo di Séchehaye su prodigioso tiro di Schiavio; altro ancora, ultimo, su spiovente di costantino. La fine, per il deluso ma convinto pubblico ginevrino, giunge come una liberazione. In contegno cavalleresco i mille e più italiani presenti sul campo oppongono una gioia dignitosa, generosa. La letizia sfavilla dagli occhi; ma si esprime sottovoce senza grida incomposte: solo un corretto scrosciare di applausi.

Ciò che pensano della partita giocatori ed "ufficiali"

Subito dopo la partita abbiamo cercato d'avvicinare le personalità ed i giuocatori più in vista ed abbiamo chiesto le loro impressioni che vi diamo in succinto: Il comm. Pozzo, Commissario Unico, ha dichiarato che lo scarto fra l'Italia e la Svizzera avrebbe potuto essere assai superiore. Egli ha detto che un risultato di sei o sette goals di differenza avrebbe meglio caratterizzato l'andamento della partita. Il risultato non riflette quindi l'andamento del giuoco; ma rende tuttavia l'idea della superiorità degli azzurri. E' stata questa una grande giornata per i nostri calciatori. Una di quelle giornate che hanno tutta la sostanza e tutte le ragioni per convincere gli spettatori e per fissarsi a caratteri indelebili nella mente degli attori. Il capitano degli azzurri, Caligaris, si è rifiutato di fare il nome dei migliori della squadra: per lui tutti sono stati dei grandi giuocatori. La squadra, egli ha detto, messa più alla frusta, può rendere ancora maggiormente. La giornata di oggi è stata regolare; ma il risultato poteva essere superiore. Quanto agli svizzeri Caligaris ha detto che essi cominciano ora a giocare bene sulla palla. Questo è indice di un serio miglioramento. Tuttavia essi cadono ancora in molti errori, e specialmente abusano del gioco alto. Il loro elemento migliore è sempre Abegglen che ha oggi lavorato un po' per tutti. Schiavio ha detto che la collaborazione avura da Orsi è stata perfetta. Tutte le linee sono state a posto, secondo lui. Lo strappo muscolare di cui soffriva non gli ha impedito di giuocare nonostante il fastidio sensibile. Abbiamo giuocato da gran signori e non abbiamo avuto bisogno di spingere a fondo, ha concluso il centro attacco della Nazionale. Meazza si è dichiarato contento della partita che ha giuocato; ma più contento ancora del modo con cui l'ha finita (come è noto al 30' egli ha segnato il terzo goal degli azzurri). Tutti gli altri giuocatori si sono dichiarati molto soddisfatti.

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